Opinioni

Sì, i veicoli elettrici sono davvero migliori di quelli a combustibile fossile

gennaio 6, 2020

Hans-Werner Sinn è un vero personaggio. Gli scritti e le opinioni di questo ex professore tedesco di economia spaziano dalla crisi greca all'immigrazione, fino alla politica energetica tedesca. Di recente, ha inoltre scoperto una nuova passione: i veicoli elettrici. Ad aprile, Sinn ha pubblicato un articolo in cui afferma che una Tesla Model 3 emette più emissioni di CO2 di una Mercedes Turbo Diesel C220d, concludendo che le auto elettriche sono peggiori delle auto diesel. Lo studio, recentemente ripreso dal Sole24ore e dal Corriere, è stato ampiamente criticato, perché fuorviante. Perfino la VW, la maggiore casa automobilistica tedesca, alcuni giorni dopo la pubblicazione si è sentita in dovere di smentire pubblicamente il rapporto, fornendo una rara analisi del ciclo di vita dei propri veicoli, basata su dati specifici dell'azienda, che mostra come i veicoli elettrici Volkswagen siano migliori di quelli diesel.

Potremmo spiegare ancora una volta, in dettaglio, il perché le conclusioni dell’articolo di Sinn sono errate, ma non è questo il punto. Quando in un articolo di giornale si afferma che i veicoli elettrici sono peggiori delle auto diesel o benzina, siamo di fronte a un articolo basato su un rapporto che fa deliberatamente sembrare i veicoli elettrici molto peggio di quanto non siano.

Di solito la trama è la seguente: un’auto a benzina o diesel più piccola viene confrontata con un’auto elettrica più grande e più potente. Si parte dal presupposto che l’automobile a combustibile fossile sia tanto efficiente quanto indicato dai test ufficiali dell’UE (in realtà il consumo è sempre molto più elevato) e si fa guidare l’auto elettrica in Paesi o regioni con un mix di elettricità molto sporco. Infine si assumono emissioni molto elevate per la produzione delle batterie, basandosi su studi obsoleti, e si ipotizza che le auto elettriche non durano molto a lungo e che le batterie non vengono né ri-utilizzate, né riciclate.

La verità è che le batterie diventano sempre più pulite. I valori di emissioni per la produzione delle batterie che Sinn utilizza nei suoi calcoli sono stati recentemente aggiornati dagli stessi autori, che hanno concluso che le batterie oggi sono dalle 2 alle 3 volte più pulite di quanto non lo fossero 2 anni fa.

Ci sarà sempre un nuovo studio con supposizioni errate a tenerci occupati e potremmo controbattere all’infinito. Il vantaggio per l’industria del petrolio e del diesel è che questi articoli, per quanto poveri, mantengono viva la controversia. Screditare o distorcere la scienza è una strategia politica, come ben racconta Naomi Oreskes in Mercanti di Dubbi.

Evitiamo pertanto la confutazione dettagliata per concentrarci su alcuni fatti fondamentali. Ogni anno, nella sola UE, automobili, furgoni e camion bruciano circa 275 milioni di tonnellate di petrolio e diesel. I veicoli endotermici sono altamente inefficienti. Circa il 70% dell’energia immessa nel motore di un’auto va sprecata. Il combustibile fossile che viene bruciato non può essere recuperato, riutilizzato o riciclato. Non si può rendere il petrolio pulito. Anzi, con la diffusione del petrolio non convenzionale, quest’ultimo sta diventando anche più sporco.

Se vogliamo fermare il riscaldamento globale, abbiamo bisogno di veicoli che non brucino. Le batterie non si bruciano: si possono riutilizzare per molti altri anni in applicazioni di storage e poi, i minerali rari in esse presenti possono essere riciclati fino ad oltre il 90%, in una perfetta ottica di economia circolare. È questo il fascino che rende unici auto, treni e autobus elettrici, ultra efficienti e senza emissioni di scarico. Ovviamente, ci sarà bisogno di elettricità pulita per alimentare i veicoli e per produrre auto e batterie. Sappiamo, però, come rendere pulita l’energia e stiamo facendo rapidi progressi in tal senso. Il Regno Unito si è quasi sbarazzato del carbone, la Germania sta gradualmente eliminando l’uso e perfino in Polonia e nell’America di Trump il carbone è in declino. Intanto, aumenta l’uso dell’energia eolica e solare. Entro il 2030, la metà dell’elettricità dell’UE deriverà da fonti rinnovabili, in base ai mandati di elettricità rinnovabile e al sempre più solido sistema di tariffazione del carbonio dell’UE.

L’ascesa delle auto elettriche e dell’energia verde sono alcuni dei più grandi successi a livello climatico degli ultimi anni. Ciò grazie al lavoro dei regolatori in Europa, California e Cina e all’industria, che si dimostra all’altezza della situazione. Questo mostra cosa si può raggiungere fissando obiettivi ambiziosi che facciano rigare dritto il settore. Ciò potrebbe scontentare qualcuno, ma è giusto, efficace e inequivocabilmente positivo per il clima. Come eloquentemente afferma il comitato per il premio Nobel: “Le batterie agli ioni di litio hanno rivoluzionato la nostra vita da quando sono entrate sul mercato per la prima volta, nel 1991. Hanno posto le basi per una società senza fili e libera dai combustibili fossili e sono di massimo beneficio per l’umanità”.

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