In un lettera inviata al Ministro della Transizione Ecologica le associazioni firmatarie chiedono al Governo italiano di respingere le ipotesi di proroga avanzate dal Consiglio Europeo.
Il Governo italiano deve respingere le proposte del Consiglio Europeo sul Regolamento Batterie contrastando così un’ipotesi di proroga destinata, in caso di approvazione, a rallentare pericolosamente la decarbonizzazione dell’economia e dei trasporti. È la richiesta avanzata dalle associazioni Transport & Environment Italia, Amnesty International Italia, Kyoto Club, Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia, Cittadini per l’Aria e Sbilanciamoci al Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Le organizzazioni sottolineano che, avendo sollevato in numerose occasioni le stesse preoccupazioni in materia di impatto ambientale e sociale potenzialmente associate ad una filiera non sostenibile delle batterie, il Ministro non dovrebbe avere riserve.
Il prossimo 20 dicembre, in occasione del Consiglio europeo sull’Ambiente, l’Italia, insieme agli altri Paesi europei, sarà chiamata ad esprimere la sua posizione in merito alla nuova proposta di Regolamento per le Batterie presentata dalla Commissione Europea nel Dicembre 2020. Si tratta di un passaggio decisivo per disciplinare il processo di elettrificazione del settore dei trasporti e dell’energia, pilastri fondamentali per il raggiungimento della neutralità climatica al 2050. Il comparto degli accumuli, in questo senso, gioca ovviamente un ruolo chiave.
La proposta di Regolamento, non a caso, intende garantire la sostenibilità ambientale delle batterie tramite l’inserimento di una soglia massima di CO2, in modo da limitare le emissioni climalteranti associate al processo di produzione. Essa, inoltre, mira ad assicurare che i processi di approvvigionamento delle materie prime avvengano nel rispetto degli standard di Due Diligence per una catena del valore responsabile, capace di evitare abusi ambientali e dei diritti umani.
A pesare sul futuro della normativa, però, è il recente Testo di compromesso della presidenza 13135/21 presentato dal Consiglio europeo che propone una proroga fino a 66 mesi (quattro anni in più rispetto alla proposta della Commissione) per l’introduzione di regole mirate a ridurre la carbon footprint delle batterie. Nonché un differimento di 36 mesi (due anni in più in confronto alla proposta della Commissione) per l’introduzione di controlli obbligatori sulla catena di produzione e un ulteriore rinvio di due anni nell’entrata in vigore delle regole sui requisiti di prestazione e di durabilità delle batterie. Da qui l’appello al Ministro Cingolani, affinchè respinga a nome dell’Italia ogni ipotesi di proroga e di appoggiare le tempistiche proposte dalla Commissione Europea.
Le proposte del Consiglio, se sostenute dai governi, metterebbero a rischio la transizione verso la neutralità climatica, perdendo un’opportunità d’oro di appoggiare la nascente industria europea delle batterie sostenibili.
L’appello delle associazioni italiane, che segue una lettera dello stesso tenoreinviata da 43 associazioni a tutti i Ministri europei dell’ambiente la scorsa settimana, sottolinea quindi le enormi prospettive di sviluppo del comparto. La transizione energetica verso le rinnovabili e la produzione di massa di veicoli elettrici, determinerà un autentico boom del settore batterie con l’apertura, entro il 2025, di almeno 38 gigafactory europee, tre delle quali in Italia, con una capacità complessiva di 462 GWh tale da alimentare 8 milioni di auto elettriche. Nello stesso anno il valore complessivo dell’industria europea dell’accumulo, indotto compreso, dovrebbe superare i 250 miliardi di euro.
Ad oggi, l’introduzione di una soglia massima di CO2 associata alla catena del valore “risulta essere anche una politica chiave per internalizzare la produzione delle batterie in Europa con relativi impatti economici ed occupazionali positivi”. In tal senso, la proposta di legge in discussione offre all’Unione Europea “l’opportunità di divenire leader mondiale per la produzione di batterie sostenibili”. E l’Italia non può perdere l’occasione di giocare un ruolo da protagonista nell’economia decarbonizzata di domani.
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