Comunicati stampa

Le città italiane sono allo stremo ma dimenticate dal Piano Pipresa e Resilienza

marzo 26, 2021

Il mondo dell’ambientalismo scrive al Governo: la ripresa e la lotta al climate change devono partire da città più green e vivibiliE lanciano una petizione su Change.org: “Dillo a Draghi. I miliardi dell’Europa alle città ferite”Stiamo rischiando di perdere un’occasione unica: quella di affrontare in modo risolutivo l’emergenza climatica trasformando finalmente le città italiane in luoghi dove vivere piacevolmente, dove muoversi con un trasporto pubblico funzionante, elettrico, a zero emissioni. Dove l’edilizia pubblica e privata sia sicura ed efficiente dal punto di vista energetico. In città ricche di infrastrutture verdi e dove acquistare prodotti alimentari biologici e locali. Dove è naturale muoversi in bici, a piedi o in carrozzina, dove la sharing mobility è alla portata di tutti.

Il PNRR investe circa il 70% dei fondi per i trasporti nelle grandi infrastrutture, invece di puntare sulle cose che fanno la differenza nella vita delle persone e nella lotta contro la crisi climatica: la ciclabilità, il trasporto pubblico locale a zero emissioni, l’elettrificazione, la riqualificazione degli spazi urbani.Il piano di ripresa attuale ci lascia nello smog degli anni ‘80 per i decenni a venire: solo 2626 km di reti ciclabili contro i 15000 minimi necessari. Solo 5000 nuovi bus, un terzo del minimo indispensabile, di cui oltre la metà a gas fossile. Nessun investimento sull’infrastruttura di ricarica nazionale pubblica o su l’elettrificazione della logistica urbana.” ha commentato Veronica Aneris, Direttrice per l’Italia Transport & Environment.

È questo, in sintesi , il messaggio lanciato oggi al Governo Italiano e in particolare al Presidente del Consiglio, Mario Draghi e ai Ministri Roberto Cingolani, Enrico Giovannini, Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti attraverso l’appello promosso dal Kyoto Club e da Transport&Environment e sostenuto dalle storiche associazioni come Greenpeace, Legambiente, WWF, Cittadini per l’Aria e molte altre sigle insieme ai giovani di Fridays for Future.

Nell’appello si fa notare come le città italiane siano allo stremo: negozi, bar e ristoranti chiusi, trasporto pubblico e molte categorie di lavoratori sull’orlo del fallimento, alto contagio e mortalità da Covid. Eppure, le città ospitano la maggioranza della popolazione, sono i centri dell’innovazione culturale, sociale, economica e tecnologica del Paese. Insomma, la sfida per un futuro sostenibile si vince, o si perde, in città.

L’obiettivo è assicurarsi che i fondi europei vadano anche a beneficio della vita quotidiana e dei territori dei cittadini, dove la vita di tutti i giorni è stata sconvolta dalla pandemia di covid-19.

Quattro i punti su cui vertono le richieste lanciate dell’appello: la mobilità sostenibile, le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e l’agroecologia.

Per quanto riguarda la mobilità i fondi del PNRR che secondo le associazioni dovrebbero ammontare a 41,15 Miliardi di euro, circa il 20 % del fondo devono finanziare (direttamente o indirettamente): infrastrutture ciclabili sicure, urbane ed extraurbane, interventi per l’intermodalità bici-trasporto pubblico, la riqualificazione dello spazio pubblico a favore di spazi pedonali, ciclabili e verde urbano e a beneficio dell’uso pubblico (giardini, piazze, aree giochi, bar e ristoranti sicuri e all’aperto), realizzando infrastrutture per la mobilità dolce intese anche come corridoi drenanti, ecologici e di mitigazione ambientale; il potenziamento del trasporto rapido di massa (bus elettrici, tram, metro) e dei treni metropolitani, extraurbani e regionali. Puntare inoltre a un pendolarismo efficace e confortevole, e che incentivi un turismo sostenibile a valorizzazione di tutte le città italiane. Si chiede una riduzione delle auto private e che la flotta passeggeri e merci (pubblica e privata) sia sostituita con mezzi elettrici silenziosi e confortevoli, rispettosi della città e dei suoi abitanti. Inoltre, si punta alla realizzazione di un’infrastruttura nazionale di ricarica elettrica.

Per le fonti rinnovabili si chiede di installare almeno 6.000 MW di rinnovabili elettriche l’anno, con interventi attenti a minimizzare il consumo del suolo, con una riforma che velocizzi le autorizzazioni e provvedendo alle necessarie modifiche potenziando la rete di distribuzione e il sistema degli accumuli (batterie).

Il PNRR deve lanciare programmi significativi di efficientamento degli edifici pubblici a partire dalle scuole e nell’edilizia residenziale. In riferimento all’edilizia privata, i piani di spesa devono essere vincolati ad obiettivi minimi di efficienza.

Infine, incentivare la transizione ad un modello agricolo che non alteri il clima, che valorizzi le risorse locali e biologiche e il capitale naturale, proteggendo la biodiversità. Inoltre, chiediamo la promozione di stili alimentari a base vegetale e di disincentivare invece l’importazione di prodotti responsabili di deforestazione. L’Italia deve quindi porsi obiettivi più ambiziosi di quelli della Politica Agricola Comune Europea.

I temi dell’appello “La ripresa dell’Italia parte dalle città verdi” sono anche oggetto di una petizione sulla piattaforma Change.org per chiedere a tutti i cittadini di aderire e mandare un segnale forte al Governo per ricostruire, grazie ai fondi dell’Europa un’Italia per le prossime generazioni.

Ci auguriamo che questo appello largamente supportato dalla società civile, non resti inascoltato. Ora i fondi ci sono e vanno usati in maniera responsabile, mettendo le persone al centro della ripresa e coerentemente agli impegni climatici assunti in ambito europeo ed internazionale” conclude Aneris.

L’appello è promosso da Kyoto Club e Transport & Environment Italia e sottoscritto da: Fridays For Future Italy, Legambiente, Cittadini per l’Aria, Greenpeace Italia, WWF Italia, Lega Anti Vivisezione, Federazione Italiana Ambiente Bici, Rinascimento Green, Bike Italia, Sbilanciamoci, Associazione Comuni Virtuosi, Cittàslow, Touring Club Italia, Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, Sindaci della Bici, Osservatorio Bikeconomy, Rete dei Comuni Sostenibili, Urban@it.

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