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Emissioni dell’aviazione. Studio T&E: modificare il tragitto del 3% dei voli dimezzerebbe il riscaldamento climatico da scie di condensazione.

novembre 13, 2024

Secondo l’analisi basterebbero poco più di 2€ a biglietto (di un volo intercontinentale) per ridurre l’impatto delle contrail, le emissioni non-CO2 dell’aviazione che pesano di più sul clima

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Basterebbe soltanto modificare l’itinerario di una piccola parte dei voli, il 3%, per abbattere più del 50% entro il 2040 l’effetto climalterante delle contrail, le scie di condensazione lasciate in cielo dagli aerei al loro passaggio. Ecco cosa emerge dal nuovo report di Transport & Environment, principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti.

Ridurre le contrail “costerebbe” un incremento del carburante solo del 5%

Secondo l’analisi di T&E, il carburante addizionale utilizzato per “allungare” gli itinerari ed evitare così la formazione di scie, corrisponderebbe a un incremento del solo 0,5% dei consumi, su base annua, dell’intera aviazione civile globale; i singoli voli la cui rotta andrebbe modificata, a fronte di un incremento di carburante del 5% circa, potrebbero ridurre dell’80% l’effetto climalterante delle scie.

Allungare le traiettorie per ridurre le contrail: misura a effetto climatico sempre positivo

Secondo l'analisi di T&E, evitare la formazione di contrails è una no regrets strategy: infatti l’effetto climatico netto è sempre positivo, poiché i benefici derivanti dalla mancata formazione di scie sono sempre maggiori - tra le 15 e le 40 volte - degli impatti delle emissioni addizionali di CO2 generate dal cambio delle traiettorie di volo. Si prevede inoltre che tali benefici aumenteranno con il miglioramento delle tecnologie[1] di osservazione (satelliti e telecamere da terra), di previsione metereologica e relative ai sensori di umidità.

Latitudine e orario del volo incidono sull’impatto delle scie

La geografia e la latitudine del volo hanno una forte incidenza in termini di impatto climatico delle scie. I voli sopra il Nord America, l'Europa e la regione dell'Atlantico settentrionale, nel 2019, hanno causato oltre la metà del riscaldamento globale derivante da contrail. Anche gli orari di volo concorrono a determinare gli effetti climatici delle scie: quelle formate dai voli serali e notturni hanno l’impatto maggiore. Altrettanto vale per la stagionalità: le scie con l’effetto più pronunciato tendono a formarsi in inverno.

Ridurre le contrail: effetto immediato sugli impatti climatici

Carlo Tritto, Sustainable Fuels Manager di T&E Italia, spiega: "All'industria aeronautica viene offerto un modo semplice ed estremamente economico per ridurre il proprio impatto sul clima. Alcuni operatori del settore tendono a ignorare il problema delle scie di condensazione, ma i benefici climatici associati alla loro mancata formazione sono enormi, e le soluzioni per mitigare il fenomeno migliorano di giorno in giorno. Identificando e modificando le traiettorie di quei pochissimi voli che causano la gran parte dei contrail, possiamo avere un effetto immediato sugli impatti climatici dell’aviazione. Non è più ora di discutere se sia necessario farlo, ma di come farlo".

Ridurre le emissioni di un volo intercontinentale costerebbe 2 euro a biglietto

Evitare la formazione di scie è particolarmente economico. Lo studio rileva che deviare la traiettoria di un volo intercontinentale da Roma a Montreal, con il fine di ridurre la formazione di scie e utilizzando una stima conservativa, costerebbe appena 2.09€ a biglietto (o meno di 1€ per un volo intraeuropeo come Milano-Stoccolma). Questo valore tiene conto sia dei costi legati all’incremento di carburante, sia a quelli di tutte le tecnologie necessarie per evitare la creazione di contrail (sensori di umidità, satelliti, ecc.). Per ogni tonnellata di CO2 equivalente abbattuta, questa strategia è oltre 15 volte più economica[2] di altre soluzioni climatiche come la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS). Evitare la formazione di scie di condensazione è una soluzione che andrebbe adottata su larga scala nell’arco di questo decennio, agendo con decisione per limitare l’impatto del settore aereo nel breve termine.

La strategia T&E per ridurre l’inquinamento da scie: monitorare, prevenire, finanziare

Compagnie aeree, start-up e altri soggetti stanno già attuando progetti per ridurre la formazione di contrail. Nel 2023 è stato condotto un test su 70 voli, in cui è stata evitata la formazione del 54% di contrail con una penalità - in termini di consumo di carburante - stimata al 2% per i vettori coinvolti nel test. Per garantire che la prevenzione della formazione di scie avvenga su larga scala, T&E raccomanda che il monitoraggio delle stesse avvenga su tutti i voli in partenza e in arrivo nell'UE a partire dal 2027; e che le autorità regolatorie adottino misure di prevenzione della formazione di contrail nello spazio aereo europeo. L'UE dovrebbe inoltre finanziare la ricerca in questo campo e offrire incentivi a produttori e compagnie aerei che per primi si impegneranno su questo fronte, almeno sin quando le tecnologie non diventeranno il nuovo standard.

Lavorare sulle contrail per ridurre l’impatto climatico dell’aviazione

"Sono poche le soluzioni climatiche che possono essere attuate così rapidamente, a costi così contenuti e con un impatto minimo su industria e consumatori. Chiediamo ai decisori politici e all’industria aeronautica di agire ora, fianco a fianco, per assicurare che tra 10 anni i nostri cieli siano liberi da scie di condensazione. È l'occasione del decennio per ridurre l’impatto climatico dell'aviazione: per questo è necessario agire subito”, conclude Carlo Tritto.

Le scie di condensazione sono le “non-CO2 emissions” ad impatto maggiore

Le emissioni e gli effetti climalteranti dell'aviazione diversi rispetto a quelli delle sole emissioni di CO2 sono almeno pari a queste ultime. In particolare, sono proprio le scie di condensazione - create dagli aerei che volano in condizioni di aria fredda e umida - ad avere l'impatto maggiore tra le cosiddette “non-CO2 emissions”. La maggior parte di queste scie si dissolve in pochi minuti, ma in determinate condizioni possono persistere nell'atmosfera, diffondersi e diventare cirri artificiali, capaci di determinare un effetto netto di riscaldamento. Un importante studio di riferimento ha stimato che il forzante radiativo effettivo delle scie di condensazione relativo all’anno 2018 è stato maggiore di quello della CO2 storica emessa dal settore dal 1940 al 2018[3]. Infine T&E avverte che, sebbene evitare le scie porterebbe a significativi benefici per il clima, non rende meno urgente la riduzione delle emissioni di CO2 del settore dell'aviazione, il cui impatto sul clima rimane significativo.

Nota per i redattori:

In questo studio sono state fatte una serie di assunzioni molto conservative, che risultano in un costo stimato per la mancata formazione di scie di condensazione tra le 3 e le 10 volte superiori ad altre fonti scientifiche, con minori benefici climatici associati. Con delle assunzioni meno conservative, i costi sarebbero inferiori e i benefici climatici superiori, rendendo ancora più attrattiva la strategia di evitare la formazione di contrail.


[1] Alcuni studi dimostrano che il beneficio climatico sarebbe più di 100 volte superiore alla penalità in termini di CO2.

[2] Il costo di abbattimento associato alla mancata formazione di scie di condensazione si attesta a 20€/tCO2eq abbattuta contro i 360€/tCO2eq associato alla CCS.

[3]Questo studio ha scattato una "fotografia" dell'atmosfera relativa all’anno 2018 e ha misurato l'impatto climatico della CO2 e delle scie di condensazione dell'aviazione della "fotografia".

Da un lato, la "CO2 dell'aviazione nel 2018" è la CO2 accumulata da decenni nell'atmosfera. Questa CO2 ha un certo impatto di riscaldamento istantaneo (ERF), misurato in W/m2, che chiamiamo impatto X.

Dall'altro lato, nella "foto" dell’atmosfera é presente anche una certa quantità di scie di condensazione (contrail). Le scie appena create dagli aerei non si accumulano. Tuttavia, l'impatto istantaneo sul riscaldamento (ERF) di queste scie è maggiore dell'impatto X della CO2 accumulata tra il 1940 e il 2018.

Sebbene non sia un concetto facile da spiegare, è scientificamente valido - questa formulazione proviene infatti da scienziati climatici italiani - e da un'idea dell'impatto climatico spropositato delle scie.

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