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Clean Industrial Deal: T&E: “Bene la spinta sui carburanti verdi per aviazione e trasporto marittimo, ma preoccupante il posticipo sull'obiettivo climatico 2040”

febbraio 26, 2025
  • L’UE presenta un piano d’azione per accelerare sulle rinnovabili e l’elettrificazione;

  • Ma il rinvio della proposta dell'obiettivo di riduzione delle emissioni al 2040 è preoccupante;

  • Il Clean Industrial Deal sostiene i carburanti verdi per aerei e navi;

  • Le riforme sugli aiuti di Stato non bastano a correggere un sistema obsoleto;

  • Maggiori investimenti UE per il cleantech e un miglior utilizzo degli strumenti di difesa commerciale sono passi in avanti positivi, ma devono essere attuati con rapidità;

  • La semplificazione delle norme di rendicontazione minaccia la leadership europea sulla sostenibilità.

Oggi, la Commissione Europea ha presentato i nuovi piani dell’UE per ridurre il costo dell’energia, rafforzando il ruolo e lo sviluppo dell’elettricità da fonti rinnovabili e attivando più investimenti e soluzioni commerciali per accelerare lo sviluppo di clean-tech in UE. Queste misure sono state accolte con favore da Transport & Environment (T&E), principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti, che tuttavia segnala come la decisione di rinviare la proposta di un obiettivo climatico per il 2040 rappresenti un segnale molto preoccupante.


Tra le altre misure annunciate oggi figura il Clean Industrial Deal, che darà priorità alla produzione interna di carburanti rinnovabili per l’aviazione e il trasporto marittimo. Tuttavia, la Commissione Europea ha anche presentato con troppa fretta nuove proposte per rilassare le regole sulla rendicontazione della sostenibilità, che garantiscono la responsabilità delle aziende rispetto ai loro impatti ambientali e sociali.

Obiettivo 2040 rinviato

Il Piano d’Azione per l’Energia Accessibile mira ad incrementare significativamente l’elettrificazione dell’economia, che secondo l’UE dovrebbe passare dal 23% attuale al 32% nel 2030. Tuttavia, più di un anno dopo aver confermato che avrebbe pubblicato un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2040, la Commissione Europea non ha rispettato la scadenza prevista. T&E ha avvertito che qualsiasi arretramento rispetto all’atteso obiettivo di -90% priverebbe case automobilistiche, compagnie aeree e operatori marittimi della certezza regolatoria necessaria per investire nella transizione e nelle tecnologie pulite, e garantendone la produzione in UE.

Carburanti per aviazione e trasporti marittimi

T&E ha accolto con favore la priorità data ai carburanti verdi nel Clean Industrial Deal, necessari a decarbonizzare i settori dei trasporti hard to abate. L’organizzazione ha sottolineato che i piani riguardanti il Meccanismo dell’Idrogeno – che metterà in contatto fornitori ed acquirenti con strumenti di finanziamento – e l’attenzione ai settori marittimo e aereo sono elementi chiave. Tuttavia, la Banca dell’Idrogeno ha bisogno non solo di strumenti di intermediazione, ma anche di aste bilaterali, che sono state omesse dalle proposte odierne. Il testo annuncia inoltre un Piano di Investimento per il Trasporto Sostenibile, che secondo T&E dovrebbe concentrarsi prioritariamente sugli e-fuels.   

Carlo Tritto, Sustainable Fuels Manager di T&E Italia, ha dichiarato: "Il Clean Industrial Deal è un passo nella giusta direzione che riconosce il ruolo essenziale dei carburanti derivati dall’idrogeno verde per la decarbonizzazione del trasporto marittimo e dell’aviazione. Tuttavia, mancano dettagli fondamentali su come l’UE intenda colmare il divario di prezzo tra i combustibili fossili e le alternative sostenibili, o affrontare la necessità dei produttori di ottenere accordi di acquisto più duraturi e consistenti nei volumi. Il Piano di Investimento per il Trasporto Sostenibile deve riempire queste lacune altrimenti, pena l’accumularsi di ritardi che potrebbero essere fatali per questa nascente industria.”

Aiuti di Stato

Inoltre, le riforme in materia di Aiuti di Stato annunciate oggi, secondo T&E, non saranno sufficienti a garantire che la produzione di cleantech o che le catene di approvvigionamento siano localizzate in UE. L’organizzazione chiede che il Quadro per gli Aiuti di Stato all’Industria Pulita, che sarà pubblicato più in là - nel secondo trimestre di quest’anno - stabilisca chiaramente come potenziare la produzione europea attraverso aiuti mirati e rigorosamente condizionati. Senza requisiti ‘Made-in-EU’ o un approccio che premi la produzione effettiva (performance-based), l’Europa farà fatica a far decollare la sua industria del clean tech.

Auto e batterie

La Commissione ha anche annunciato un maggiore ricorso agli strumenti di difesa commerciale e l’attivazione di maggiori investimenti UE nel cleantech. T&E ha affermato che imporre condizionalità agli investimenti diretti esteri è un passo nella giusta direzione, ma gli strumenti finanziari di sostegno devono essere progettati meglio. Il sostegno agli investimenti dovrebbe concentrarsi non sui progetti pilota (come fatto finora) ma sull’aumento dei volumi produttivi, e dovrebbe includere regole sui contenuti locali per i materiali. Queste misure devono essere attuate rapidamente, vista la crisi che sta colpendo il settore delle batterie in Europa.

T&E ha inoltre ben accolto il piano di introdurre un sistema di etichettatura dei prodotti industriali che ne tracci l’intensità di carbonio, a partire dall’acciaio nel 2025. Il settore automobilistico consuma il 17% dell’acciaio prodotto nell’UE. Altre disposizioni del Clean Industrial Deal per sostenere prodotti più puliti e realizzati localmente – come i requisiti di contenuto europeo e il social leasing – sono vaghe e dovranno essere dettagliate meglio nel Piano UE per l’Automotive (annunciato prossima settimana) e nell’Industrial Decarbonisation Accelerator Act previsto per fine anno.   

Andrea Boraschi, Direttore di T&E Italia, ha dichiarato: "Le aziende europee di batterie in difficoltà hanno bisogno di azioni urgenti per tradurre in realtà gli impegni previsti nel Clean Industrial Deal. Un sistema di etichettatura ambientale può valorizzare i punti di forza dell’Europa come produttore più sostenibile di batterie, così come di acciaio. Ma servono chiarimenti sul funzionamento dell’etichettatura e sui requisiti di contenuto locale. Inoltre, la revisione degli aiuti di Stato non è sufficientemente ambiziosa per permettere all’UE di sviluppare una vera industria cleantech.”

Rendicontazione sulla sostenibilità

Pur riconoscendo la necessità di semplificazioni, T&E ha criticato la cosiddetta Proposta Omnibus, che, di fatto, non fa altro che indebolire le norme sulla responsabilità delle aziende per i loro impatti ambientali e sociali. Le proposte di modifica alla Direttiva sulla Due Diligence di Sostenibilità Aziendale limiterebbero l’obbligo di verifica ai soli fornitori diretti, impedendo un controllo adeguato lungo l’intera catena di approvvigionamento. Con le modifiche proposte, il rischio è che ci siano minori controlli sui danni ambientali o violazioni dei diritti umani, ad esempio nell’estrazione di materie prime.

L’Omnibus propone anche di ritardare di due anni l’obbligo per le aziende di rendicontare rischi e impatti, modificando la Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità Aziendale. Le nuove norme si applicherebbero inoltre alle sole aziende con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro. Una minore disponibilità di informazioni inerenti agli ESG - dovuta alla riduzione dell’ambito di applicazione della legge - renderebbe enormemente più complesso per le aziende valutare le emissioni lungo l'intera catena del valore.

Giorgia Ranzato, Manager per la finanza sostenibile di T&E, ha dichiarato: "Il famigerato pacchetto Omnibus è arrivato. Pur lasciando spazio a semplificazioni, la proposta di oggi rappresenta un passo indietro per l’Europa, cancellando un decennio di progressi in sostenibilità e competitività globale. Se approvata, la nuova rendicontazione sulla sostenibilità riguarderà solo lo 0,02% delle aziende europee. Il rischio è una disastrosa mancanza di informazioni sugli ESG in tutta l’Unione: un incubo per investitori e consumatori responsabili. Questo pacchetto affossa del tutto la responsabilità d’impresa.”


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